No, così no…….Milan, è quasi un addio alla Champions League.

Se il campionato odierno lo potremmo definire “ pazzo “ a causa delle numerose alternanze,  la Champions League che da stasera è entrata nella fase calda, si rileva allo stesso modo.

E’  l’ anno delle imprevedibilità e delle sorprese.

A distanza di settantadue ore dopo aver strapazzato il Parma un pallido Milan s’ inceppa a San Siro e viene sconfitto per uno a zero dagl’ inglesi del  Tottenham, compagine di buon livello che naviga al quarto posto della Premiere League.

Ha deciso una rete di Peter Crouch a dieci minuti dalla fine  in un azione scandita da un travolgente  contropiede e che ha messo in ginocchio la squadra milanese.

Coppa dei Campioni compromessa e vittoria meritata degl’ ospiti, che per quanto inferiori sul tasso tecnico  già alcuni mesi fa fecero venire i brividi all’ Inter per il loro gioco atipico.

Questo finale dell’ andata è particolarmente ostico poiché garantisce il passaggio del turno di due risultati su tre e consente agl’ Hotspur una condizione psicologica favorevole anche se sarà difficile che cambieranno atteggiamento tattico.

I rossoneri dovranno vincere a  Londra con due gol di scarto, impresa che ci sono riusciti veramente in pochi.

Resta il fatto che il Milan di stasera nel primo tempo è stato pressoché inguardabile. Sconnesso tra i reparti, poche idee al centrocampo, sofferente sulle fasce. Quella di stanotte è stata forse la più brutta prestazione di Ibrahimovic da quando è tornato in Italia. Lo stesso vale per Pato che non ha inciso più di tanto. La manovra era macchinosa e scontata e si è sentita oltremisura l’ assenza di Andrea Pirlo.

La ripresa per quanto leggermente migliore non ha offerto grandiose emozioni. Basta dire che i due sussulti sono venuti da Yepes, un difensore.

Il Milan da tempo ha problemi di continuità, luci e ombre talvolta mascherate dalla straordinaria bravura di Ibrahimovic che ha risolto con le sue prodezze diversi incontri. E non è un caso se nelle ultime settimane lo svedese gitano abbia accusato evidenti segni di stanchezza.

Infine il fair play. La Uefa ne ha fatto una bandiera, anche politica. Quella di oggi è stata una partita nervosa ma svoltasi nei consueti canoni di mascolinità.

Il dopo gara, invece, è un vero insulto all’ educazione  e all’ esempio.

Un indiavolato Gennaro Gattuso, che sarà squalificato,  ha scatenato una  rissa.

Testate, insulti e spintoni…….momenti rancorosi.

Ancora una volta il calcio ha saputo dare un immagine bruttissima di sè.

Ma  sopratutto, nonostante i tanti anni di carriera e di trionfi, qualcuno non ha ancora imparato a saper perdere.

 

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25a: giornata chiave per il campionato. Il Milan se non si addormenta può approfittarne.

calcio 222Quello che inizia oggi pomeriggio e finirà con il posticipo di domani sera è certamente un turno impegnativo, fondamentale anche se non decisivo per le sorti del campionato.

Il derby d’ Italia tra Juventus e Inter ha smarrito sicuramente fascino e prestigio poiché la Vecchia  Madama negl’ ultimi anni ha regalato ai tifosi sparsi in tutto lo Stivale delle prestazioni opache, stagioni deludenti e non è mai stata veramente nella lotta per il tricolore.

Ciò nonostante andare all’ Olimpico di Torino e uscirne vittoriosi non è cosa del tutto semplice e questo match se terminasse in una sconfitta per l’ Inter si rimetterebbe tutto in discussione il lavoro fatto da Leonardo.

I nerazzurri se vogliono continuare la corsa per lo Scudetto devono incamerare sei punti tra domani e mercoledì dove affronteranno all’ Artemio Franchi la Fiorentina che nonostante non navighi in buone acque sul proprio terreno rimane un avversario di tutto rispetto. Due trasferte di un calendario che in confronto a quello dei cugini è molto più complesso. Resta il fatto che gli scontri diretti e il prossimo derby della Madonnina ci diranno chi si aggiudicherà lo Scudetto edizione 2010 e 2011.

Ambedue i club non possono permettersi di perdere. Se la Juve è già caduta per le ambizioni del titolo, senza dimenticare la prematura uscita dalle coppe, il quarto posto è l’ unica consolazione possibile sia per stare nei piani alti dell’ Europa che conta, sia per i possibili investimenti della prossima annata, per il bilancio e in particolar modo per l’ orgoglio.

Si preannuncia battaglia vera dove l’ Inter con l’ ottimo momento di forma e la superiorità di alcuni campioni potrebbe avere la meglio. A Torino negl’ ultimi mesi in diversi hanno strappato punti. Il pronostico, comunque resta aperto a tutte le soluzioni. Lo avvalorano persino le quote dei bookmakers.

Il Milan incontrerà il Parma a San Siro oggi pomeriggio e speriamo che non ripeta il secondo tempo di Marassi. I romagnoli, compagine attrezzata,  pratica nella tattica e veloce nello svolgimento delle azioni, non sono da sottovalutare soprattutto là davanti dove ci sono due “ vecchie volpi “ del gol.  

Amauri e Crespo anche se arrugginiti e appannati possono incidere. C’ è poi da tenere presente che i parmensi hanno bisogno di ” ossigeno ” per raggiungere prima possibile quella fatidica quota di quaranta punti che gli garantirebbe quasi sicuramente la salvezza.

Il ritorno di Pirlo che avrebbe dato innegabilmente maggiore geometria e  fantasia sulla trequarti, dovrà slittare di oltre un mese. Una tegola inaspettata per Massimiliano Allegri che più volte aveva dichiarato di confidare nel rientro del centrocampista.

Con Ibrahimovic stanco, Pato alternato, diversi assenti, Nesta torna al centro della difesa ed è sicuramente una buona notizia, perché chi lo sostituisce non è alla sua altezza in fatto di esperienza. Probabile l’ impiego di Antonio Cassano fin dal primo minuto.

Vincere, quindi,  diventa la parola d’ ordine e d’ obbligo. Sia per troncare una serie di pareggi che hanno stufato i tifosi e hanno fatto perdere terreno sulle inseguitrici, sia per avere la possibilità di allungare in un turno che almeno sulla carta è favorevole. E’ un test basilare prima di entrare nella fase calda “ del dentro o fuori “ della Champions League la quale inizierà martedì sera con il Tottenham.

Pure la sfida tra Roma  e Napoli nel posticipo di stanotte ha motivi e significati importantissimi. I romani perso il treno per la vetta devono incamerare punti per risalire la china mentre i partenopei affrontano un esame rilevante fuori casa che valuterà se questa squadra ha raggiunto la maturità necessaria per andare oltre.

Tre lunghezze dal Milan sono sempre poche.  Sostanzialmente una sconfitta, una gara andata male.

Seppure il divario tecnico dalle milanesi volge a loro favore per i napoletani tutto può ancora succedere e sognare con costa assolutamente niente.

Si gioca e si vive anche per questo.

 

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Il campionato è un ” affaire ” di Milano.

Luci a San Siro e festival del gol. Il campionato giunge a quasi due terzi del cammino e diventa più incerto che mai anche se Milano resta la piazza protagonista e sicuramente favorita.

Nel giro di pochissime settimane abbiamo osservato cadute eccellenti, sorprese straordinarie e mezzi passi falsi delle inseguitrici che confermano gl’ impedimenti d’ organico e di tasso tecnico inferiore alle milanesi.

L’ Inter ha ritrovato il passo dello Scudetto, la voglia di combattere, l’ entusiasmo e di credere nei propri mezzi. Ha cambiato pelle. Finalmente gioca come sa e non è errato dire che Leonardo in parte “ copia “ Mourinho nel posizionare i giocatori.

Il tridente di stanotte non è nuovo, lo adottò anche se in stretta misura, lo SpecialOne per poi trasformarlo in corsa quando i match erano chiusi o contro collettivi difficili da scardinare.

Mai come questa volta il cambio di allenatore è stato così azzeccato e nella ” classica ” che ha caratterizzato il periodo post Calciopoli, i nerazzurri hanno detronizzato una Roma nervosa però mai doma, ma che risente ancora una volta di quelle alternanze viste fin dall’ inizio della stagione.

Ai giallorossi, poi, fa difetto ancora l’ assenza di qualche pezzo pregiato per arrivare a mettere le mani sullo Scudetto, mentre le “ sterili “ campagne acquisti del recente triennio unitamente alle vicende amministrative e giuridiche ha fatto sì che si trovi in affanno sul piano dei componenti il quale resta corto.

A questo punto del torneo poter recuperare dieci punti è francamente un utopia. Fuori dai giochi e speriamo che i nuovi compratori, americani, arabi che siano portino denari freschi per una parziale rifondazione che dovrà essere necessaria a giugno. Molti elementi giocano nel club romano da troppi anni e sovente si sono visti segnali di voglia di andare altrove.

Ora per Leonardo e soci diventa fondamentale la gara di recupero al Franchi di Firenze che secondo programma si effettuerà il sedici di febbraio.  Una vittoria, peraltro non scontata su un campo tradizionalmente ostico, concluderebbe una repentina scalata iniziata con l’ esonero di Benitez.

Ma le colpe della crisi interista non erano tutte dell’ ex coach del Liverpool. Benitez ha avuto pure sfortuna e nel corso della gestione ha affrontato numerosi infortuni che gli hanno fatto saltare gl’ equilibri del team.

Questa Inter ha tuttora fame di successi e Moratti con l’ innesto di Ranocchia e Pazzini sembra che abbia ancora desiderio di investire in prospettiva futura per mantenere alta la competitività.

Se l’ Inter ha dalla sua la condizione psicologica, il ritorno alla forma degl’ elementi migliori, un Eto’ o stratosferico e sempre più decisivo, il calendario è poco favorevole mentre la precaria condizione di Milito potrebbe dare qualche preoccupazione nel gestire il fronte offensivo. L’ ex genoano stenta a ritrovarsi, segna poco e sopratutto è infiacchito nello sprint e nello smarcamento.

Fin da domenica prossima con il confronto al Comunale di Torino con la Juve, mentre il Milan affronterà in casa il Chievo, si potrà tirare le somme. Turno chiave per tutte.

I rossoneri non sanno più vincere. Nelle prime sette squadre della classifica è quello che ha pareggiato di più. Pato non è un caso, ma non è nemmeno al top. Le qualità sono indiscutibili ma l’ annata è offuscata da malesseri, qualche incomprensione e la convivenza tattica con Ibrahimovic.

Restano in vetta solamente perché il Napoli fino ad ora è una squadra incompiuta e bizzarra, incapace di guadagnare terreno nei momenti topici, nonostante i partenopei svolgano forse il gioco più piacevole che ci sia in Italia.

La Lazio è imperfetta. Il momentaneo quarto posto le fa sicuramente onore ma ciò nonostante è insidiato dal Palermo e dall’ Udinese. Quest’ ultime sono la bella realtà e la rivincita della provincia contro lo strapotere del Nord e della capitale. Per i biancocelesti trenta gol realizzati sono pochi per ambire a sogni di gloria e tra le prime otto è quella che ha segnato di meno. Lotito, spesso in discussione con l’ ambiente circostante, deve comprare un cannoniere da almeno 15 reti. Gli e lo hanno suggerito in tanti.

Infine la Juve. Del Neri da una parte fa bene a protestare con veemenza contro alcuni arbitraggi dubbi e distratti, ma tutto ciò non deve diventare un alibi quando si perde. Calciopoli è il passato mentre elargire fair play potrebbe essere una fregatura.

Ma purtroppo i problemi sono ben altri. La Vecchia Signora ha riscoperto le rughe e dopo un inizio promettente sta fallendo l’ ennesima stagione. Due obbiettivi si sono perduti e la retroguardia è il punto dolente di questa squadra.

Per quanto non ci sia tanto di meglio in giro da acquistare, Chiellini, Bonucci, Grygera, Sorensen, Grosso e Barzagli sono probabilmente sopravvalutati. E pure Buffon appare stanco e soprattutto demotivato. Si sente l’ assenza di un vero uomo d’ area di rigore in grado di dirigere con esperienza tutta la difesa.

Il mercato di gennaio è stato messo in atto più per sostituire l’ infermeria che per convinzione. Finalmente la cessione di Amauri. Era diventato una zavorra in campo e nello spogliatoio.

Trenta gol subiti con sei sconfitte dimostrano una perforabilità non irrilevante quando l’ attuale capolista ne ha incassati quasi la metà.

La matematica non è un opinione e i numeri hanno sempre ragione.

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C’ è poco da stare ” Allegri “, questo Milan può perdere il campionato.

allegri Le statistiche ci rilevano che otto volte su dieci, quando un club si laurea campione d’ inverno successivamente si aggiudica anche lo Scudetto.  Ma la Storia dello sport è piena di grandi e indimenticabili rimonte e quello che sembrava più ovvio in precedenza è stato ribaltato sul filo del traguardo.

E’ un campionato anomalo il nostro, indebolito dallo smaltimento di energie fisiche e psicologiche di un deludente Mondiale africano, anche se alla lunga complessivamente stanno venendo fuori i veri valori che dividono le varie zone della classifica. Non per fare pronostici, il che non ne sarei mai capace, ma il tricolore ha buonissime  probabilità di restare su una delle due sponde di Milano.

Con l’ esonero di Rafa Benitez l’ Inter guidata dal giovane Leonardo ha ripreso piglio, ritrovato un gioco decente, gol e sopratutto morale nell’ ambiente che appare sereno e impegnato a lavorare assiduamente. Il brasiliano ha dato una forte scossa e questa volta la scelta di Moratti per l’ immediato futuro potrebbe essere stata azzeccata. 

Addirittura nei puristi, intesi non come corrente linguistica della metà del XIX secolo ma bensì come tifosi sfegatati del proprio club, qualcuno ha letto l’ ingaggio di Leonardo definendolo una provocazione. Sicuramente non è così, ma a Moratti piacciono le scommesse.

Una squadra che è diventata comunque più umana rispetto all’ anno passato ma con l’ enorme potenziale della rosa che adesso è stata ripristinata dal rientro degl’ infortunati e la riporta ad essere  una delle maggiori candidate al titolo.

Riconquistare quattro punti alla capolista in sole due partite è un segnale di rinnovata fiducia e i recuperi con il Cesena domani in casa e la Fiorentina al Franchi le offrono l’ opportunità di ritornare in prossimità della vetta.

Il gol di Ibrahimovic al quarantanovesimo minuto nel match di domenica scorsa con il Lecce è da manuale del calcio. Una rete di straordinaria potenza, un gesto tecnico pregno di cinismo che esalta tutte le immense qualità di questo attaccante. Un globtrotter del pallone a cui viene perdonato anche qualche gesto e parola di troppo. Un campione di razza che è capace di incidere sensibilmente in ogni collettivo si trovi. Un atleta con una dirompente personalità, talmente forte da far reparto da solo e ” cancellare ”  il compagno Pato. Proprio questo binomio, fatto di due solisti ma completamente diversi nella posizione in campo e nello stile di gioco stanno creando qualche contrarietà negl’ ultimi 25 metri.

E’ un Milan Ibra dipendente. Lo abbiamo detto più volte ma in questa fase leggermente calante della stagione i problemi della squadra sono pure altri. Massimiliano Allegri ha la fortuna che le dirette inseguitrici hanno meno esperienza quando si tratta di stare in alta quota. Esse procedono a corrente alternata senza saper approffittare dei mezzi passi falsi, ma è consapevole che tuttavia non potrà durare in eterno.

Pato ha perso la bussola, l’ arrivo di Cassano potrà essere valutato solamente a fine stagione, e non è detto che sarà del tutto positivo.  Ronaldinho  è stato rispedito al ” mittente ” quando la samba oramai era diventata stanca e i sorrisi non bastavano più ad incantare Galliani e Berlusconi.

Robinho si mangia  gol a ripetizione, senza Inzaghi e altri acciaccati, la Champions che entra nella fase cruciale e richiederà un dispendio di energie supplementari, le evidenti difficoltà della manovra di gioco fanno sì che ci sia da stare poco ” allegri “.

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Addio a Bearzot, il tuo Mondiale resterà per sempre il più bello.

Una cavalcata irresistibile, partite tiratissime, giocatori irripetibili, avversari di grandissimo livello battuti con caparbietà e soprattutto con merito.

La Nazionale italiana di calcio ha vinto quattro titoli mondiali in epoche e contesti differenti, ma l’ edizione di Spagna 1982 rimarrà per sempre nelle nostre memorie ed è stata sicuramente la più bella.

In queste ore è morto Enzo Bearzot.

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Dea bendata nell’ urna della Champions.

La ruota della fortuna ci mette una manina fatata nell’urna di Nyon. E di questi tempi non è poco. Scansate tutte le pretendenti al trofeo.

Quindi Champions Legue meno pesante del previsto quando a Febbraio ricomincerà la corsa verso la finalissima con i primi scontri diretti degl’ ottavi di finale.

La Roma ha pescato lo Shakhtar Donetsk del redivivo Lucescu, compagine più che abbordabile. Forse la più debole sul piano tecnico.  Il Milan se la vedrà con il Tottenham,  squadra buona ma niente di eccezionale.

Invece Benitez e soci sfideranno il Bayer di Monaco e nel frattempo se domani si aggiudica la Coppa Intercontinentale con il rientro dei migliori elementi e una possibile risalita in campionato potrebbe arrivare a questo appuntamento con il morale alto e al top della forma. I tedeschi, poi, con le squadre italiane hanno spesso incontrato numerose difficoltà anche se stavolta avranno una gran voglia di rivalsa dopo la sconfitta di Madrid dello scorso anno.

Questi gl’ accoppiamenti:


Roma-Shakthar
Milan-Tottenham
Valencia-Schalke 04
Inter-Bayern
Lione-Real Madrid
Arsenal-Barcellona
Olympique Marsiglia-Manchester United
FC Copenhagen-Chelsea.

 

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Inter, non far la stupida stasera.

zanetti copiaGuardandola con attenzione assomiglia  ad una stele magica. Con forma e linea sinuosa che raccoglie al suo apice un mondo nel pallone. Quasi volesse manifestare che qui dentro c’ è tutto il miglior sport che l’ Uomo ha saputo creare con fantasia, potenza, forza fisica e intelligenza.

Disegno moderno, fascino antico.

L’ Internazionale di Milano comincia l’ avventura del Mondiale per club ad Abu Dhabi.

Una coppa dai moltissimi significati, un occasione irripetibile dopo quelle storiche del 1964 – 65, in cui si giocava un calcio completamente differente, dove le cronache erano avvincenti, padroneggiava il bianco e nero mentre i Campioni si chiamavano Corso, Mazzola, Facchetti, Pedro……….

Andata e ritorno con attese spasmodiche, se la contendevano sudamericani e europei.

Quella degl’ ultimi decenni ha il sapore più di marketing, di sponsor milionari ed orientali, di voler portare la cultura di una disciplina sportiva nei paesi dove ancora non riesce ad emergere la professionalità nonostante gli sforzi compiuti in loco. Non è un caso se l’ edizione del mondiale 2022 si svolgerà in Qatar.

Anche il regolamento nel tempo ha subito numerose modifiche e giocare a sfide dirette in un piccolo girone non è detto che sia meglio. Oggi vi partecipano club spesso sconosciuti ai più e che provengono da tutti e cinque i continenti, pronte comunque a voler fare bella figura e dare battaglia.

La Fifa World Cup è forse l’ unica opportunità per far risalire le quotazioni di Rafa Benitez, tecnico mai troppo amato in Italia dai tifosi e critici. Se vince l’ ambito trofeo ha possibilità di restare fino a giugno, anche se dovesse lasciar presto la Champions League con il campionato comunque complicato da conquistare poiché gl’ odiati cugini sembrano aver trovato un passo stabile per rinverdire in parte i fasti di un passato prossimo.

Sulla carta l’ Inter è e rimane la super favorita ma visto quello che è successo ultimamente, a cominciare dalla Supercoppa europea, c’ è da aspettarsi qualsiasi cosa.

La dea bendata gli ha già dato una piccola mano. Nella finalissima non incontrerà come si prevedeva l’ Internacional di Porto Alegre vincitore della Libertadores e che ieri ha subito un secco due a zero dai congolesi del Mazembe.

Sul piano tattico e tecnico gl’ africani di qualunque parte sono sempre più malleabili e hanno diverse affinità con il nostro calcio.

Ma non per questo è già tutto scritto. Prima c’ è da superare il Seongnam, la “ Vecchia Signora della Corea del Sud “ con all’ attivo un palmares brillante e sappiamo benissimo che con i coreani non sempre è andata diritta.

Un organico ordinato, che esprime un 4-1-4-1, duei dighe in linea sia di difesa e centrocampo, con molti stranieri tra le loro fila. 

Resta poi il fatto che questa competizione suscita sempre delle incognite poiché si svolge in campi e ambienti a noi sconosciuti e soprattutto la condizione psicologica che l’ Inter ha dimostrato in questa stagione ci lascia qualche perplessità. In particolar modo nei momenti topici dei match o quando si trova in svantaggio. E siccome il calcio è spesso fatto di episodi ci dispiacerebbe vedere un fallimento.

Dalla sua Benitez  dopo diverse settimane avrà la rosa al gran completo. Ed è bene  poiché fin da adesso non potrà più accampare alibi.

Questa gara per i rientranti è un ottimo stimolo per dare il meglio di sè nell’ eventuale finalissima di sabato.

Milito, Julio Cesar, Chivu e Maicon sulla fascia destra possono fare la differenza e far breccia tra le maglie degl’ avversari che per quanto preparati non sono irresistibili.

Basta crederci e non essere stupidi.

Per  terminare un en plein straordinario, per tornare a sorridere e poter finalmente dire che ci siamo presi tutto.  Per dimenticare i fantasmi di Mourinho, per la felicità di Moratti che ha dato tanto a questa società.

Poi, il futuro potrà aspettare.

 

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Basta cavolate !! Senz’ altro Presidente……..3 a 0 dal Werder Brema.

Se le parole facessero farina mio nonno diceva che avremmo tutti un mulino. Parole sante.

Inter, ancora una caduta. Stavolta in Champions League.

Meno dolorosa poiché la qualificazione era già acquisita, ma che potrebbe comunque pagare a caro prezzo.

Il secondo posto nel gruppo probabilmente la porterà ad incontrare  negl’ ottavi una big del torneo. Con il campionato già pregiudicato, la finale della Coppa Intercontinentale che avverrà tra pochi giorni può diventare un infernale girone dantesco dal quale ci si può bruciare completamente.

Il match di stasera era un importantissimo test soprattutto a carattere mentale, ma la squadra nerazzurra non ha avuto nessuna reazione e anche sul piano fisico è apparsa smarrita, priva di orgoglio, sfilacciata nelle connessioni tra i reparti, incapace di produrre un gioco decente.

Perfino i più giovani e le seconde linee impiegate da Rafa Benitez, che proprio in queste occasioni dovrebbero mettersi in mostra, non hanno dato nessun segnale positivo. Lo stesso vale per Eto’ò che rientrava dopo la squalifica. L’ africano invece di giocare si è esibito in quella che potremmo definire una passeggiata in un parco pubblico.

Il tecnico però continua ad ostentare un assoluta tranquillita anche nelle interviste del dopogara quasi fosse tutto naturale…….

Tre a zero dal Werder Brema. Non c’ è stata mai partita.  A segno Prodl, Arnautovic e Pizarro.

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L’ Inter approda agl’ ottavi ma i problemi rimangono.

Moratti in tribuna si fa il segno della croce.  E’  un insolito  modo per esultare al gol di Cambiasso che ha deciso nel secondo tempo il match contro gli olandesi del Twente, ma che la dice lunga sul pensiero del patron milanese.

“ Che Dio ce la mandi buona “ si direbbe dalle nostre parti…..

L’ Inter si qualifica agl’ ottavi di finale della Champions League, ma i problemi rimangono irrisolti. Un magro uno a zero “ congela “ una possibile decisione di un cambio di panchina.

Adesso la  Champions sta per andare in un breve letargo,  da domani Rafa  Benitez potrà tornare a concentrarsi sul campionato e soprattutto avrà l’ impegno di rimettere in sesto un collettivo in vista della finale Intercontinentale, la quale al momento è l’ obbiettivo più importante della stagione.

Quella vista stasera a San Siro è un Internazionale volenterosa, che ha sbagliato alcune facili occasioni ma a livello di gioco resta ancora carente. In alcuni momenti ha sofferto, con le idee ottenebrate considerato il fatto che il Twente è un avversario  di caratura tecnica inferiore, anche se organizzato, ma si è reso pericoloso colpendo due legni con Castellazzi completamente fuori causa.

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Campionato strano, difficile dire chi vincerà, ma il Diavolo ha un Ibra in più.

Come ogni epoca che si rispetti anche questa volta dopo l’ edizione di un mondiale si consuma  un campionato atipico. Regna l’ incertezza, ci sono diverse outsider nella fascia alta e dopo un terzo di cammino si possono tirare i primi bilanci. In molti non mangeranno il panettone durante il Santo Natale e alcune squadre hanno già decisamente deluso le aspettative.

E’ un torneo influenzato fortemente dagl’ infortuni. Non c’ è società che non subisca questa defalcazione e quindi sono passate attraverso delle crisi.

Un calcio che viaggia a ritmi stratosferici, impegni stressanti e continuativi, orari inammissibili come quello al mezzodì, campi da gioco irregolari e  poco mantenuti, preparazioni forzate e anticipate, fanno sì che diversi collettivi sono ampiamente modificati e gl’ allenatori non possono disporre appieno di tutti i mezzi a disposizione.

L’ Inter ha la perso bussola ma soprattutto sta lasciando troppo terreno agl’ avversari. Alla tredicesima giornata nove punti da recuperare dalla capolista cominciano ad essere un divario non indifferente anche se riuscisse a ritornare quella dell’ anno passato.

Campionato compromesso, ma oltre ciò c’ è da giocare un Intercontinentale a metà dicembre per rientrare nella Storia e terminare un en plein straordinario.

Resta però il fatto che neanche  nelle Coppe i nerazzurri hanno fatto vedere cose migliori.

Rafa Benitez è un brav’ uomo ma non ha il carisma di Josè Mourinho. Se lo osserviamo con un pò di fantasia a prima vista potrebbe essere scambiato per un letterato oppure un placido professore universitario ……..

Alcune scelte come in quella del derby si possono definire molto discutibili. Ha cambiato troppe volte  modulo, ovvio segnale che non riesce a sbrogliare la matassa.

Si è trovato a guidare una sconosciuta corazzata  senza sapere dove si trova il timone.

L’ Inghilterra è differente dall’ Italia. Da noi il rapporto con i media è di primaria importanza e per certi versi assillante. Mourinho faceva notizia ogni giorno, Benitez non piace neanche quando lo intervistano.

Il toto allenatore è già scattato. Moratti più volte nel corso della sua presidenza non si è fatto scrupoli a togliersi d’ impiccio un tecnico e molto conterà il comportamento in Champions e la finale della Coppa del Mondo per club.

Il credo calcistico  dell’ ex coach del Liverpool non si addice all’ attuale squadra.  Il lungo periodo costellato di  trionfi ha portato un forte appagamento, l’ età di diversi giocatori comincia a farsi sentire e l’ assenza di freschi rinforzi hanno fatto il resto.

Alcuni fondamentali come Sneijder e Milito stentano a ritrovarsi. Senza luce e senza cannonieri si ritorna alla normalità.

L’ anno scorso vinceva il carattere, la forza fisica e l’ impeto. Successi costruiti sulle convinzioni.  Adesso vige la confusione, il nervosismo, la pochezza delle idee. Il gesto di ieri di Etò’o contro il Chievo, che con ogni probabilità starà in tribuna per tre turni, non è del tutto casuale e rispecchia l’ andamento di uno spogliatoio in crisi e poco unito.

Perdere la gazzella africana che ha messo la firma sulle nove delle quattordici reti realizzate fino ad oggi equivale ad un suicidio.

Viene da chiedersi chi segnerà nell’ immediato futuro. Chissà…. forse Biabiany o Alibec ?  Guardando con attenzione le tabelle i nerazzurri tra le prime sette squadre della classifica sono quelli che hanno fatto centro di meno.

Se l’ Inter piange il Milan sorride. Non è un Diavolo che da spettacolo come ai bei tempi ma Ibrahimovic è quel valore aggiunto che lo ha portato in testa. Lo zingaro svedese ha sempre fatto reparto in qualsiasi club che ha militato ( Barcellona escluso ), nonostante le ribellioni, le arrabbiature e i gestacci ai tifosi.

Al di là della prestanza fisica, dei colpi ad effetto è questa la sua vera maestria che lo rende quasi un giocatore inarrivabile. Fu decisivo nella Juve, nell’ Inter e lo sarà anche nel Milan.

Anche se la strada è ancora lunga potrebbe essere l’ anno buono per far ritornare il tricolore sul balcone di via Turati.

L’ esperienza c’ è e Allegri sembra aver trovato la quadratura del cerchio. Peccato per Pippo Inzaghi che forse dovrà dire addio al pallone. Avrebbe fatto comodo e punti.

Adesso che l’ Inter è distante i rossoneri sono diventati i favoriti sebbene la Lazio sia appena dietro di tre lunghezze. I biancocelesti svolgono un gioco credibile,  ma parlare di  Scudetto è ancora un po’ presto. Lotito per tentare l’ impresa deve comprare un finalizzatore che gli garantisca una quindicina di gol.

Anche il Napoli vive la sua giovinezza che però paradossalmente incontra una maturazione. La squadra è in crescita e De Laurentis,  il quale gli piace spesso stupire, ha l’ enorme merito di aver  riportato speranza e gente al San Paolo.

La Juve targata Del Neri  sta facendo intravedere cose pregevoli. Milos Krasic è un fior di giocatore, l’ accostamento a Nevded non è poi tanto sbagliato. AI bianconeri fanno difetto ancora di qualche pedina per completare un telaio che man mano si sta plasmando. Compatta, pratica, umile, con gli esterni che spingono molto, la Vecchia Signora però deve dimenticare quelle amnesie che alcune volte sono avvenute in questi tre mesi.

Con l’ acquisizione di un attaccante di alto livello e non si capisce perché Amauri non sia stato ceduto, un altro difensore esperto, in futuro si potrà sognare di  raggiungere grandi traguardi. Un posto Champions resta alla sua portata.

La Fiorentina sta attraversando una delle più brutte stagioni degl’ ultimi anni. La squalifica, le scazzottate notturne, il lento reinserimento di Mutu, la perdita di Jovetic, la ” fuga ” di Prandelli, un mercato scarso e dettato solamente da controfigure, le sterili polemiche sulla Cittadella, l’ hanno relegata ad un passo dalla zona retrocessione.

In serie B non ci andrà ma per la Viola sarà comunque un campionato anomalo.

La Sampdoria può fare a meno di Antonio Cassano. E se così non fosse il dott. Garrone non lo vuole più. E fa bene. Il talento di Bari vecchia rischia di perdere Nazionale, europei e stipendio in attesa del giudizio dell’ organo competente.

Oramai è inutile credere in una sua maturità. Neanche il matrimonio lo ha reso più Uomo, responsabile e saggio. I piedi saranno fini ma il cervello è tarato.

Il Palermo è oramai una realtà del calcio italiano mentre la Roma continua la risalita. Quinto posto e giochi ancora aperti. A giugno farà i conti come tutte le altre squadre e ci auspichiamo che Ranieri non debba rimpiangere quei punti perduti in maniera inammissibile all’ inizio di campionato.

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