A Maranello le autorità comunali vogliono farlo ? cittadino onorario ?.
A Monza nel giorno che rivelò pubblicamente la sua decisione di appendere il casco al chiodo accorsero in centomila per vederlo volare l’ ultima volta nel vento tra le mura amiche.
I meccanici si esaltano ancora per un sorpasso spericolato, una maniera per dimostrargli affetto e stima in un mondo non sempre perfetto come è quello delle quattro ruote a trecento all’ ora.
Ma la dedica più bella tra le tante ricevute in queste settimane è quel ? Thanks Schumi ? della Bmw , un gruppo automobilistico rivale della Ferrari, che nelle prove di sabato ha voluto far mettere nell? alettone posteriore delle sue monoposto questa scritta, in modo che tutti i driver impegnati nelle qualifiche per accaparrarsi le posizioni migliori della griglia di partenza lo vedessero.
Alonso come da copione annunciato è Campione del Mondo. E’ la seconda volta consecutiva e la Renault si aggiudica anche il titolo dei costruttori.
Il miracolo non c’ è stato, i giochi erano stati consumati a Suzuka, però nel giorno del trionfo tutto targato franco spagnolo viene appannato dal Fenomeno che se ne va e che regala l? ultima lezione sportiva nonostante la sfortuna si accanisca.
Anche la vittoria di Felipe Massa, che ha infiammato la torcida e la rumba brasiliana sulle tribune, dopo che per molti anni era rimasta a bocca asciutta senza veder gioire un pilota verdeoro, passa in secondo piano.
L? aveva detto Schumacher in questi giorni in alcune interviste con l’ amaro sorriso sulle labbra che avrebbe fatto qualcosa per sorprendere, ma non si pensava a tanto.
All’ ultimo round di Interlagos, Gran Premio del Brasile 2006, in una giornata di sole a rendere straordinaria una corsa oramai per un titolo senza più storia è proprio il tedesco, su quell? asfalto rifatto di recente dove gli avvallamenti e i dossi sono una costante in questa zona paludosa che venne bonificata soltanto alla fine dell? ottocento nello stato di Sao Paulo.
La partenza è spettacolare, al decimo giro per un leggerissimo contatto del tutto fortuito con Fisichella fora la gomma posteriore sinistra.
Succede dopo il rettilineo principale e il numero Uno della Ferrari con un copertone a pezzi, rischiando di pregiudicare qualunque assetto, vede sfilare tutti gl? altri corridori………. Perde decine di secondi preziosi compiendo l? intero perimetro del tracciato ad un andatura ridotta, rientra ai box, cambia il treno delle mescole e si ritrova ultimo.
Un altro forse si sarebbe ritirato senza tante scusanti, magari imprecando un Dio lontano, ma lui continua imperterrito, diventa quasi una questione di orgoglio.
Strappa applausi e inanella una serie di parziali da record che culminano con il giro più veloce. Risale posizioni, punta e costringe Fisichella ad arrivare lungo ad una variante e lo supera mentre il romano finisce a sobbalzare in una via di fuga fatta di erba.
Poi s? infila negli specchietti retrovisori di Raikkonen, quello che sarà il successore sul sedile del Cavallino e lo brucia sul cordolo con un sorpasso da antologia, quasi a voler dire che nonostante io sia ? vecchio ? di strada ne hai ancora molta da fare per eguagliarmi……..
Arriverà quarto, perchè i 306 km da percorrere si sono esauriti e il cronometro ha terminato di girare, altrimenti ” divorava ” anche Button e Alonso.
Si chiude il sipario di questa stagione che ha visto la Ferrari non riuscire a compiere la grande rimonta sul rombo transalpino. Michael Schumacher ha dimostrato da tempo il suo strabiliante successo: sette allori mondiali con due case costruttrici differenti , duecentocinquanta GP disputati e novantuno vinti, con sessantotto pole position non possono essere numeri casuali. Rimarrà a lungo nella nostra memoria, quelle contese, quei dualismi con Damon Hill, Villenueve e con Hakkinen, talvolta aspri e al limite della correttezza che fecero tornare la Ferrari nell’ Olimpo degli Dei motoristici.
Simpatico o antipatico che qual si voglia entra di diritto nella Storia dell? automobilismo. Resta qualche rimpianto per un mondiale perso sul filo di lana e non vanno dimenticate quelle situazioni o errori che siano come in Turchia oppure a Budapest, le problematiche delle gomme in Australia e la sostituzione del propulsore in Malesia, ma anche la diatriba del Mass Damper che ancora una volta ha rispolverato polemiche su alcuni regolamenti della Fia. Per taluni e non a torto, andrebbero cambiati poichè bloccano le valorizzazioni e le peripezie dei piloti. Da tempo si chiedono interventi più decisi, ma gl’ enormi interessi economici, la sicurezza e le lotte tra i principali marchi automobilistici sembrano non consentire tale evoluzione e libertà.
Lo spettacolo ne risente e la risposta del pubblico è esitante. Le odierne statistiche annunciano un vistoso calo di presenze negl’ autodromi.
Infine l? affidabilità del motore Ferrari che proprio nel momento topico della stagione ha ceduto inaspettatamente, una terribile fatalità insieme ai pit stop e le safety car che l? hanno fatta da padrone incidendo sull? esito di diversi grand prix.
Adesso con il congedo del teutonico perfezionista termina sicuramente un epoca, forse irripetibile. Si aprono nuovi scenari, per certi versi anche più equilibrati e tutti da scoprire. Non si tratta solo della sostituzione di un semplice guidatore. Alla corte delle rosse arriverà Kimi Raikkonen che deve dimostrare il suo talento per diventare un leader indiscusso, poichè fino ad ora non ha vinto assolutamente nulla. Si accolla un eredità ingombrante e i paragoni si sprecheranno sopratutto nei primi dodici mesi. Il finlandese a non tutti è di gradimento. In diversi sostengono la poca professionalità dell’ individuo sottolineando ombre sulla propria condotta nella vita privata.
A ventisei anni ha un discreto margine per migliorarsi e di maturare ulteriormente, in particolar modo se stimolato di continuo per salire sul podio più alto.
La convivenza con Massa potrebbe divenire difficile. Il paulista forse non vorrà fare soltanto da comprimario ad un pilota che non si può paragonare a Schumacher e questo potrebbe creare un vuoto di direttive e di alleanze interne nelle scelte tecniche, necessarie a qualsiasi team per raggiungere il sospirato alloro finale.
Pure Fernando Alonso si appresta a dare un addio, o meglio un arrivederci. Il prossimo anno guiderà la McLaren con i nuovo motori Mercedes annunciati da tempo. La casa di Ron Dennis torna superfavorita dopo lustri altalenanti, avendo acquisito un conduttore nel pieno della sua carriera, divenuto esperto e attendibile nella regolarità delle prestazioni. Lo spagnolo ha l’ opportunità e i requisiti per continuare un ciclo vincente iniziato nel 2005.
Mentre per Giancarlo Fisichella potrebbe essere la grande occasione per entrare nel vivo della corsa al titolo divenendo la prima guida delle macchine francesi, le quali hanno un telaio e un motore collaudato, con le Michelin che se resteranno nel circus continueranno a duellare contro le Bridgestone, per quei millesimi di secondo che sono croce o delizia della Formula Uno.
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Riferimenti: Formula 1.