Come ogni epoca che si rispetti anche questa volta dopo l’ edizione di un mondiale si consuma un campionato atipico. Regna l’ incertezza, ci sono diverse outsider nella fascia alta e dopo un terzo di cammino si possono tirare i primi bilanci. In molti non mangeranno il panettone durante il Santo Natale e alcune squadre hanno già decisamente deluso le aspettative.
E’ un torneo influenzato fortemente dagl’ infortuni. Non c’ è società che non subisca questa defalcazione e quindi sono passate attraverso delle crisi.
Un calcio che viaggia a ritmi stratosferici, impegni stressanti e continuativi, orari inammissibili come quello al mezzodì, campi da gioco irregolari e poco mantenuti, preparazioni forzate e anticipate, fanno sì che diversi collettivi sono ampiamente modificati e gl’ allenatori non possono disporre appieno di tutti i mezzi a disposizione.
L’ Inter ha la perso bussola ma soprattutto sta lasciando troppo terreno agl’ avversari. Alla tredicesima giornata nove punti da recuperare dalla capolista cominciano ad essere un divario non indifferente anche se riuscisse a ritornare quella dell’ anno passato.
Campionato compromesso, ma oltre ciò c’ è da giocare un Intercontinentale a metà dicembre per rientrare nella Storia e terminare un en plein straordinario.
Resta però il fatto che neanche nelle Coppe i nerazzurri hanno fatto vedere cose migliori.
Rafa Benitez è un brav’ uomo ma non ha il carisma di Josè Mourinho. Se lo osserviamo con un pò di fantasia a prima vista potrebbe essere scambiato per un letterato oppure un placido professore universitario ……..
Alcune scelte come in quella del derby si possono definire molto discutibili. Ha cambiato troppe volte modulo, ovvio segnale che non riesce a sbrogliare la matassa.
Si è trovato a guidare una sconosciuta corazzata senza sapere dove si trova il timone.
L’ Inghilterra è differente dall’ Italia. Da noi il rapporto con i media è di primaria importanza e per certi versi assillante. Mourinho faceva notizia ogni giorno, Benitez non piace neanche quando lo intervistano.
Il toto allenatore è già scattato. Moratti più volte nel corso della sua presidenza non si è fatto scrupoli a togliersi d’ impiccio un tecnico e molto conterà il comportamento in Champions e la finale della Coppa del Mondo per club.
Il credo calcistico dell’ ex coach del Liverpool non si addice all’ attuale squadra. Il lungo periodo costellato di trionfi ha portato un forte appagamento, l’ età di diversi giocatori comincia a farsi sentire e l’ assenza di freschi rinforzi hanno fatto il resto.
Alcuni fondamentali come Sneijder e Milito stentano a ritrovarsi. Senza luce e senza cannonieri si ritorna alla normalità.
L’ anno scorso vinceva il carattere, la forza fisica e l’ impeto. Successi costruiti sulle convinzioni. Adesso vige la confusione, il nervosismo, la pochezza delle idee. Il gesto di ieri di Etò’o contro il Chievo, che con ogni probabilità starà in tribuna per tre turni, non è del tutto casuale e rispecchia l’ andamento di uno spogliatoio in crisi e poco unito.
Perdere la gazzella africana che ha messo la firma sulle nove delle quattordici reti realizzate fino ad oggi equivale ad un suicidio.
Viene da chiedersi chi segnerà nell’ immediato futuro. Chissà…. forse Biabiany o Alibec ? Guardando con attenzione le tabelle i nerazzurri tra le prime sette squadre della classifica sono quelli che hanno fatto centro di meno.
Se l’ Inter piange il Milan sorride. Non è un Diavolo che da spettacolo come ai bei tempi ma Ibrahimovic è quel valore aggiunto che lo ha portato in testa. Lo zingaro svedese ha sempre fatto reparto in qualsiasi club che ha militato ( Barcellona escluso ), nonostante le ribellioni, le arrabbiature e i gestacci ai tifosi.
Al di là della prestanza fisica, dei colpi ad effetto è questa la sua vera maestria che lo rende quasi un giocatore inarrivabile. Fu decisivo nella Juve, nell’ Inter e lo sarà anche nel Milan.
Anche se la strada è ancora lunga potrebbe essere l’ anno buono per far ritornare il tricolore sul balcone di via Turati.
L’ esperienza c’ è e Allegri sembra aver trovato la quadratura del cerchio. Peccato per Pippo Inzaghi che forse dovrà dire addio al pallone. Avrebbe fatto comodo e punti.
Adesso che l’ Inter è distante i rossoneri sono diventati i favoriti sebbene la Lazio sia appena dietro di tre lunghezze. I biancocelesti svolgono un gioco credibile, ma parlare di Scudetto è ancora un po’ presto. Lotito per tentare l’ impresa deve comprare un finalizzatore che gli garantisca una quindicina di gol.
Anche il Napoli vive la sua giovinezza che però paradossalmente incontra una maturazione. La squadra è in crescita e De Laurentis, il quale gli piace spesso stupire, ha l’ enorme merito di aver riportato speranza e gente al San Paolo.
La Juve targata Del Neri sta facendo intravedere cose pregevoli. Milos Krasic è un fior di giocatore, l’ accostamento a Nevded non è poi tanto sbagliato. AI bianconeri fanno difetto ancora di qualche pedina per completare un telaio che man mano si sta plasmando. Compatta, pratica, umile, con gli esterni che spingono molto, la Vecchia Signora però deve dimenticare quelle amnesie che alcune volte sono avvenute in questi tre mesi.
Con l’ acquisizione di un attaccante di alto livello e non si capisce perché Amauri non sia stato ceduto, un altro difensore esperto, in futuro si potrà sognare di raggiungere grandi traguardi. Un posto Champions resta alla sua portata.
La Fiorentina sta attraversando una delle più brutte stagioni degl’ ultimi anni. La squalifica, le scazzottate notturne, il lento reinserimento di Mutu, la perdita di Jovetic, la ” fuga ” di Prandelli, un mercato scarso e dettato solamente da controfigure, le sterili polemiche sulla Cittadella, l’ hanno relegata ad un passo dalla zona retrocessione.
In serie B non ci andrà ma per la Viola sarà comunque un campionato anomalo.
La Sampdoria può fare a meno di Antonio Cassano. E se così non fosse il dott. Garrone non lo vuole più. E fa bene. Il talento di Bari vecchia rischia di perdere Nazionale, europei e stipendio in attesa del giudizio dell’ organo competente.
Oramai è inutile credere in una sua maturità. Neanche il matrimonio lo ha reso più Uomo, responsabile e saggio. I piedi saranno fini ma il cervello è tarato.
Il Palermo è oramai una realtà del calcio italiano mentre la Roma continua la risalita. Quinto posto e giochi ancora aperti. A giugno farà i conti come tutte le altre squadre e ci auspichiamo che Ranieri non debba rimpiangere quei punti perduti in maniera inammissibile all’ inizio di campionato.
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