Giocare in Cambogia.

Luom ha 11 anni ed e’ l’ultimo di 5 figli. Con il fratello di 13 anni frequenta la scuola distrettuale e con lui, nel tempo libero, porta le mucche al pascolo. Un giorno Luom torna dal lavoro percorrendo la solita strada. Un luccichio per terra lo attira: s’avvicina, riconosce una mina in quell’oggetto ma la curiosita’, l’eccitazione di giocare con qualcosa di nuovo lo spingono a raccoglierla. In un attimo una fiammata lo investe e il bambino cade a terra svenuto. La sorella che corre in suo aiuto lo trova inanime, con il volto e le mani sanguinanti. Luom arriva nel nostro Pronto soccorso dopo circa 3 ore; Si lascia pulire e medicare dal nostro staff, lamentandosi di tanto in tanto per il dolore alle mani e agli occhi: gli bruciano, non riesce ad aprirli. Luom viene portato in sala operatoria. Ha riportato una frattura della teca cranica senza alcuna compromissione a livello celebrale, l’amputazione di tre dita della mano sinistra, la lesione parziale del tendine flessorio del terzo dito della mano destra, diverse ferite superficiali al volto e non vede dall’occhio destro. Da quando la madre l’ha raggiunto dal villaggio, il bambino e’ molto piu’ tranquillo. "Perche’ l’hai raccolta sapendo che era una mina?", gli chiediamo. "Volevo solo giocare" dice con un tono nella voce che assomiglia al timore di una punizione. Luom scalpita nel letto: vuole tornare ai pascoli, il dolore e’ gia’ passato. Non passeranno presto, invece, i segni dell’esplosione sul volto di un bambino che voleva solo giocare.

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