Calcio: è morto il tifoso che entrò nel cuore di R. Baggio.


Si chiamava Marco d’Agnone, 56 anni, e a Firenze lo ricordano tutti con grande affetto. Era stato aggredito da tempo dalla Sclerosi laterale amiotrofica, una malattia degenerativa che riduce fino alla paralisi gli arti del corpo e i muscoli della deglutazione e parola. Un calvario che dura generalmente 3 o 4 anni e termina molto spesso in una morte per insufficenza respiratoria. Un morbo grave e raro che rientra nelle patologie dei motoneuroni, cellule che trasferiscono i comandi del cervello ai muscoli dell’essere umano. Niente o comunque molto poco può fare la scienza e la medicina odierna, se non quello di rimanere immobile di fronte ad un dramma annunciato….
Marco D’Agnone lascia due figli e i giornali sia locali che nazionali più volte hanno seguito il suo caso. Grazie ad una solidarietà pratica e rapida l’anno scorso la società viola ed altri enti di volontariato riuscirono ad esaudire quello che era uno dei suoi ultimi desideri reconditi: venne portato allo stadio Artemio Franchi per assistere ad una partita della sua squadra del cuore, la Fiorentina.
I tifosi lo accolsero con applausi, striscioni, cori di affetto e alcuni giocatori erano andati a trovarlo precedentemente in ospedale. Nei lunghi mesi oramai perfettamente consapevole del suo destino, nella camera della clinica con un personal computer e la tv poteva seguire i risultati e l’andamento del campionato di calcio: era l’unico contatto con il mondo esterno e che lo ha seguito quasi fino al trapasso.
Ma il ricordo più bello sono forse i regali personali che Roberto Baggio, mai completamente dimenticato sulle sponde dell’Arno, senza fare eccessiva pubblicità gli’inviò con tanto di dedica e firma, esortandolo a lottare e non mollare.
Una sorpresa inaspettata e che fece intravedere un lato positivo del campione che ha conosciuto molto bene la sofferenza e gli infortuni gravi.
Nelle ultime settimane prima della fine, nei momenti di lucidità chiedeva ancora una volta i risultati delle partite estive e dei nuovi acquisti: erano le parole finali di una passione che non si voleva spengere, ma che la crudele malattia invece ha portato via per sempre.

Fiesoli.

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