E’ morto il padre d Ilaria Alpi. Molti anni spesi con sofferenza alla ricerca di una Verità che purtroppo non conosceremo mai.
Firmate l’ appello sul sito www.premioilariaalpi.it/ .
Tratto dal Corriere di Bologna. Diritti riservati.
Addio a Giorgio Alpi, padre di Ilaria
Errani: «Piegato dalla ricerca della verità»
Si è spento a Roma dopo una lunga malattia
L’associazione in memoria della figlia rilancia l’appello per far luce sulla morte della giornalista
Ilaria Alpi
Giorgio Alpi, 86 anni, urologo e padre di Ilaria, la giornalista Rai uccisa in Somalia nel 1994, è morto ieri pomeriggio a Roma dopo una lunga malattia. Il funerale si svolgerà martedì 13 luglio alle 10 nella chiesa di Santa Chiara, in piazza Giochi Delfici.
IL RICORDO – A darne notizia è stata l’associazione Ilaria Alpi, di cui lui – con la moglie Luciana Riccardi – era tra i fondatori, e il Premio Ilaria Alpi, manifestazione che ogni anno si celebra a Riccione. «Persona dolcissima, medico molto apprezzato e conosciuto – è il ricordo affidato a una nota – In questi sedici anni Giorgio ha combattuto sempre al fianco di Luciana per arrivare alla verità e alla giustizia sulla morte della loro unica figlia. Verità e giustizia che purtroppo ancora non ci sono».
L’APPELLO – E in ricordo di Giorgio Alpi, l’associazione ora rilancia l’appello per chiedere di fare luce sulla morte di Ilaria e di Miran Hrovatin. Già sottoscritto da 3.400 persone, l’appello si può firmare sul sito del Premio Ilaria Alpi.
IL CORDOGLIO DI ERRANI – Al cordoglio si unisce il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani: «Non vi è dubbio che più che il dolore per quella morte, a piegare Giorgio sia stata la inesausta ricerca della verità, condotta inutilmente per sedici anni. Ancora oggi non è stata fatta chiarezza sul duplice omicidio dei due inviati Rai che, col loro sacrificio hanno onorato la professione giornalistica». Alla moglie di Giorgio, Luciana, Errani promette «di non lasciarla sola»: «Continueremo con convinzione a sostenere il Premio che porta il nome di Ilaria e che ogni anno conduce a Riccione decine di giornalisti, impegnati a riflettere sui diritti e doveri della loro professione».
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